Sappiamo che l’obiettivo immediato della pratica yoga è quello di migliorare il benessere psicofisico, ovvero armonizzare il corpo, la mente e lo spirito attraverso una combinazione di posture (asana), di esercizi di espansione del Prana attraverso il controllo del respiro (Pranayama) e di meditazione.
Alla base della pratica fisica c’è anche un sistema solido di condotta etica, così come formulato negli Yoga Sutras di Patanjali. Questo processo di unificazione di corpo, mente e spirito porta al raggiungimento di un senso di pienezza esistenziale, pace interiore ed auto-realizzazione.
Esistono diversi stili e approcci alla pratica fisica. Lo stile che prediligo e insegno si chiama Vinyasa.
Esso si basa sulle tradizionali sequenze ed asana dell’Hata Yoga ma se ne differenzia per l’introduzione di un elemento dinamico sia nel collegamento che nell’esecuzione stessa delle posture. Questo elemento, che prevede la sincronia e la combinazione di respiro e movimento, viene definito “Vinyasa”.
“Lo yoga è 99% pratica e 1% teoria”
K. Pattabhi Jois
Questa sequenza dinamica di posture, che può essere fisicamente anche molto intensa, richiede grande concentrazione, coordinazione e consapevolezza muscolari ed è tra i training più completi per raggiungere un eccellente livello di armonia psicofisica.
Attraverso la pratica Vinyasa si raggiungono:
- tonificazione, rafforzamento ed allungamento della muscolatura
- purificazione e detossificazione del corpo
- portare la mente ad uno stato di calma, chiarezza e focus
- miglioramento significativo della concentrazione e della capacità di limitare le distrazioni e le fluttuazioni dell’attenzione
- risveglio dell’energia psicofisica latente – conosciuta anche come Kundalini – attraverso il riequilibrio dei chakras, o centri energetici del corpo sottile
…e molto altro che potrai scoprire sul tappetino.